La figlia della dea della luna by Sue Lynn Tan

La figlia della dea della luna by Sue Lynn Tan

autore:Sue Lynn Tan [Tan Sue, Lynn]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-04-20T12:00:00+00:00


21

Socchiudendo le palpebre, strizzai gli occhi per la troppa luce. Il sole filtrava dalle finestre, mescolandosi a una brezza salmastra. Sentivo il corpo appesantito dalla stessa fiacchezza che si avverte dopo una lunga dormita e ogni movimento mi era faticoso. Rabbrividii, infreddolita, tranne per il calore che mi scaldava la mano. La presa salda di qualcuno, ma di chi? Era seduto al mio fianco, il viso sfuocato mentre serravo gli occhi per schiarire la vista. Non mi dispiaceva quel contatto. Mi confortava mentre i ricordi che si attorcigliavano in fondo alla coscienza iniziavano ad affiorare… sangue, dolore e terrore.

Scattai a sedere. Fissai lo sguardo in quello di Wenzhi, più dolce di quanto avessi mai visto prima. La pelle mi andò a fuoco e ritrassi la mano. Da quanto tempo era lì? Quanto avevo dormito? Gettai le gambe oltre il lato del letto, cercando di non lamentarmi per il dolore.

Lui aggrottò la fronte. «Hai dormito per giorni. Fa’ con calma.»

«Sto bene.» A dispetto della mia baldanza, quando scattai in piedi mi sentii la testa leggera e iniziai a ondeggiare. Soltanto l’orgoglio mi trattenne dall’accasciarmi di nuovo sul letto mentre mi aggrappavo alla struttura di legno per reggermi in piedi.

Mi cinse la vita, con una presa leggera ma comunque salda, e mi aiutò a raggiungere la sedia più vicina.

«Il principe Yanming è al sicuro? Che è successo?» Le domande mi uscirono di bocca tutte d’un fiato.

«La prossima volta farai meglio a preoccuparti per te stessa.»

Sollevò una teiera, versò un filo di tè rossastro in una tazza di porcellana e la sospinse verso di me. Pu’er. Inspirai l’aroma denso e terroso, poi ne bevvi un lungo sorso e il liquido mi scivolò giù per la gola con il suo calore rinvigorente.

«Il principe Yanming sta bene e ha chiesto di vederti.» Fece una pausa per riempirmi la tazza. «Dopo la morte del governatore Renyu, il popolo dei mari si è arreso. La loro punizione è ancora da stabilire.»

I ricordi mi tornarono in mente in un flash: il piacere perverso che il governatore aveva provato nel torturarmi, la sua espressione tormentata quando la spada di Wenzhi gli aveva trapassato il petto. Il sangue color cremisi che si era raccolto in una pozza intorno al suo corpo sprofondato nell’atroce immobilità della morte. Dissi a me stessa che ne ero felice, anche se mi si strinse lo stomaco. Mi avrebbe ucciso, nel modo più violento possibile. Eppure, mi sentivo tutt’altro che vittoriosa. E, sebbene se ne fosse andato, le cicatrici dei suoi inganni sarebbero rimaste; le vite che aveva strappato, quelle che aveva irrevocabilmente distrutto.

«Il popolo dei mari non ha colpe. Il governatore possedeva uno strano potere che lo aiutava a guadagnarsi la loro fiducia. La sua voce, il ciondolo…» Aggrottai la fronte, nello sforzo di dare un senso ai ricordi frammentati. «Lo ha usato anche su di me.»

Si rabbuiò in viso. «Come hai fatto a resistere?»

«Mi sono sigillata le orecchie.» Feci una smorfia. «Una mossa stupida, forse. Ha fatto sì che combattere contro di lui fosse ancora più difficile, ma non mi è venuto in mente nient’altro.



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